Webinar sulle food policy di Milano, Bergamo, Bordeaux, Grenoble

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Tra i temi della V Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, che si è tenuta dal 23 al 29 novembre, anche quello del ruolo delle città nell’alimentazione sostenibile, in chiave di analisi sui sistemi alimentari.

L’edizione 2020 ha proposto un focus sul rapporto essenziale che lega patrimonio gastronomico italiano e suoi territori d’origine, individuando come tema portante “Saperi e sapori delle terre italiane, a 200 anni dalla nascita di Pellegrino Artusi”. 

In particolare, l’attenzione sulle Food Policy quali strumento per creare sistemi alimentari più equi e sostenibili, è stata l’oggetto del webinar “L’azione internazionale delle città per l’alimentazione sostenibile” realizzato giovedi 26 novembre alle ore 11.00 nell’ambito delle iniziative promosse dall’Ambasciata d’Italia a Parigi.

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La conferenza si inserisce nel quadro del Milan Urban Food Policy Pact e attraverso la testimonianza dei rappresentanti di città italiane (Milano e Bergamo) e francesi (Bordeaux e Grenoble) del Patto e partecipanti al progetto Horizon 2020 “FoodTrails“, il webinar ha permesso di analizzare l’evoluzione delle politiche alimentari urbane nei due Paesi. L’iniziativa ha approfondito inoltre la risposta delle città alle sfide alimentari di breve e lungo periodo generate dalla pandemia in corso.

 

Milano

Milano ha adottato la Food Policy nel 2015, supportata dalla Fondazione Cariplo. Strumento per un sistema alimentare urbano più sostenibile e inclusivo, la Food Policy, dopo analisi e consultazioni, è stata approvata dal Consiglio Comunale. Azioni significative sono realizzate con le società pubbliche attive sul sistema alimentare (es. Milano Ristorazione, mense scolastiche) e con gli attori della città, come gli hub contro lo spreco alimentare. Grazie a questa esperienza, Milano ha risposto immediatamente all’emergenza alimentare causata dalla pandemia: 10 centri per distribuzione di 616 tonn. di alimenti (1.6mil. pasti eq., quasi 21mila persone in difficoltà; Dispositivo di Aiuto Alimentare, realizzato insieme alle Politiche Sociali e alla Protezione Civile).

Bergamo

Bergamo sta definendo la propria Food Policy: già nel 2015 è stato istituito il Tavolo Agricoltura (33 attori della provincia, 1.2mil. ab.) per il sostegno all’agricoltura tramite ad esempio il sito Bergamo green (prodotti a filiera corta) e la futura creazione del Distretto alimentare locale. La città, oltre a distinguersi per la qualità delle mense scolastiche, è stata riconosciuta Creative City Unesco e, insieme a Brescia, Cremona e Mantova, ha adottato il marchio EAST Lombardy (Regione gastronomica europea). Bergamo, simbolo della pandemia, ha registrato una grande solidarietà da tutta Italia e insieme a tutti gli attori locali ha risposto all’emergenza alimentare (più di 40mila imballaggi distribuiti, piattaforma per la vendita online, etc).

Bordeaux

Bordeaux (21 Comuni, 800mila ab.) ha istituito nel 2017 il Consiglio consultativo per creare una governance partecipata del sistema alimentare locale. 5 collegi e un Comité di pilotage che agiscono su 4 assi: accesso, spreco, agricoltura e filiere. Tra le azioni, vi sono il progetto Let’s Food Cities, la strategia fondiaria e il sostegno in via di definizione per l’adattamento climatico delle aziende agricole. Colpiti in misura minore dal confinamento, i Comuni della Città metropolitana hanno risposto all’esigenza di nuovi volontari tramite piattaforme. La crisi ha permesso di conoscere meglio le associazioni che solitamente non interagiscono con i Comuni, facendo emergere l’interesse per le filiere corte.

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Grenoble

L’alimentazione è un pilastro della politica della Città metropolitana di Grenoble (49 Comuni, 433mila ab.) definita nel PAiT (Progetto Alimentare InterTerritoriale, 2015) con focus sulla riterritorializzazione del sistema alimentare e sulla problematica climatica. Tra le azioni: rafforzamento delle filiere corte, ridistribuzione delle eccedenze del Mercato nazionale, piattaforma “MangerBio” e riorganizzazione in corso della ristorazione collettiva. La crisi pandemica ha fatto emergere la fragilità del sistema: Grenoble ha 3 giorni di autonomia alimentare. Riaperti subito i mercati, la città metropolitana ha risposto all’aumento del 45% delle persone in difficoltà in collaborazione con tutti gli attori e assegni per le famiglie più fragili.