Politiche alimentari urbane: buone pratiche dalle città al 7°Global Forum del MUFPP

In occasione del 7° Global Forum del Milan Urban Food Policy Pact realizzato a Barcellona dal 19 al 21 ottobre e nell’ambito delle azioni di scambio e disseminazione della conoscenza e delle buone pratiche legate alle Food Policy europee, il Comune di Milano come capofila del progetto “Food Trails” ha organizzato un incontro con le città partner del progetto e con diversi rappresentanti di altri cinque progetti europei, che stanno lavorando per lo sviluppo di politiche alimentari urbane innovative.

L’evento “European Food Policy Strikes Again” finalmente in presenza ma anche online per chi si è registrato alle attività del Forum, ha permesso alle città di connettere i rispettivi progetti e di condividere conoscenze e best practices anche con la community globale del patto.

La “Food 2030 project family” – Food TrailsFood Shift 2030FoodEFusilli e Cities 2030 – tutti progetti Horizon 2020, è una potente community di città europee che conta un totale di 43 autorità locali e rappresenta 26 milioni di abitanti. Grazie a cinque progetti si sta lavorando per trasformare i sistemi alimentari a livello europeo e renderli più sostenibili.

Obiettivo dell’incontro è stato la discussione sul metodo utilizzato per la costruzione di politiche alimentari più innovative nonché efficaci ed inclusive: quello della co-creazione.

Ma cosa significa co-creazione e quali sono gli strumenti principali e le strategie per coinvolgere i molteplici stakeholder del sistema alimentare e i cittadini?

Co-Creazione e coinvolgimento per l’innovazione

La co-creazione consiste nel comprendere, insieme agli stakeholder, quali sono i bisogni del sistema alimentare e definire congiuntamente gli obiettivi delle politiche future. Nel momento in cui i bisogni delle città sono stati individuati, ci si deve concentrare poi su come si creano e supportano soluzioni innovative insieme ai cittadini.

Ecco alcuni esempi presentati durante l’incontro:

  • La città di Sabadell (Spagna – progetto FoodE) ha coinvolto gli stakeholder sfruttando la tecnologia: un’app per smartphone consente la comunicazione interattiva e viene utilizzata nella definizione dei bisogni e delle priorità, nonché nella valutazione dell’impatto sulla sostenibilità di azioni e progetti.
  • La città di Varsavia, (Polonia – progetto Food Trails) ha sviluppato un metodo sistematico per co-creare soluzioni pubbliche: la decisione di focalizzarsi sulla prevenzione dello spreco alimentare e l’identificazione di 3 segmenti sociali da coinvolgere per trovare soluzioni congiunte: studenti, proprietari di piccoli ristoranti e lavoratori dei mercati cittadini. A questo punto la città ha inziato alla creazione della soluzione: tre differenti politiche saranno progettate insieme agli stakeholder scelti. L’arena in cui tutto ciò avverrà è il Living Lab della città. Questo processo, d’ispirazione per le politiche alimentari, consente un approccio sistematico alla soluzione del problema dello spreco domestico e, allo stesso tempo, permette flessibilmente il cambiamento di ritmo lungo il percorso, se necessario.

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Il rafforzamento degli attori pubblici

Tra le domande chiave dell’incontro c’è stata anche quella rivolta al ruolo e alle competenze degli attori pubblici coinvolti nella definizione di una politica alimentare urbana: è sufficiente identificare i bisogni e sviluppare soluzioni con un approccio co- creativo?

  • A Torino (Italia- progetto Fusilli) dal 2013 a oggi, molte pratiche e processi di “cittadinanza alimentare” sono stati attivati per lo stabilimento di una food policy locale, anche grazie ai fondi Europei, ma nessuno di questi è stato concluso con successo. L’esperienza di questa città ha messo in luce il fatto che deve esserci uno specifico interesse politico e la volontà nel portare avanti iniziative legate al cibo, rendendole sistemiche, strategiche e trasformandole in politica. E’ grazie al progetto Fusilli, che il comune istituirà un consiglio del cibo, un contesto istituzionale dove molti diversi stakeholder possono co-creare la food policy e lo stesso Sistema alimentare.

Attraverso il “Public procurement” gli acquisti pubblici, è più facile arrivare a definire la pianificazione della strategia alimentare urbana? Per alcune città questo passaggio è stato fondamentale.

  • Dalle elezioni locali del 2015, il comune di Avignone (Francia – progetto Food Shift 2030) ha iniziato a gestire direttamente le mense scolastiche. Questo ha dato il via alla grande transizione: diventando attore nelle filiere alimentari, il comune è diventato infatti indipendente e responsabile di tutti i passaggi (dalla fornitura, al consumo a scuola, dalla creazione di partenariati allo sviluppo di contatti nazionali e locali. Questo cambiamento ha favorito una serie di dinamiche che hanno portato la città ad attivare altre pratiche alimentari: azioni contro lo spreco alimentare, processi di riciclo del rifiuto organico e un progetto per l’eliminazione dei contenitori di plastica a scuola.
  • Nel caso di Bruges (Belgio – progetto Cities2030) l’esperienza ha insegnato che se la città possiede una politica alimentare solida, basata sul coinvolgimento istituzionale di stakeholder, nessuna sfida sembrerà impossibile. Ad esempio, il raggiungimento di alcuni segmenti sociali più vulnerabili come gli anziani che vivono nelle proprie case, è possibile, assicurando il loro coinvolgimento nella strategia alimentare della città. 

Disseminazione e contaminazione tra città

Aver scelto di costruire un evento nell’ambito del 7° Global Forum del Milan Urban Food Policy Pact ha permesso di tracciare una nuova linea di collaborazione e scambio a livello globale e non solo europeo, nell’impegno sulle food policy urbane. Questo è anche lo spirito e l’obiettivo del Patto che dal 2015 ha visto aumentare fino a 215 le città aderenti e il continuo impegno per un forte processo di regionalizzazione, poiché sfide simili possono essere affrontate tra contesti simili con più facilità. In questo modo è più semplice trovare soluzioni insieme.

A chiudere l’incontro, l’intervento del coordinatore del Milan Urban Food Policy Pact, ha sottolineato l’importanza dei finanziamenti dei bandi europei come cruciali per connettere tra loro le città, non solo europee bensì – come dimostra il progetto Food Trails – città firmatarie da tutto il mondo.  Infatti 21 città non europee, tra cui Kazan, Toronto, Seoul, Cape Town, Melbourne, e Washington DC, beneficeranno dello scambio di risultati e di conoscenze frutto dei prossimi quattro anni di lavoro del progetto Food Trails

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