Giornata mondiale delle api 2021
Il 20 maggio è la Giornata mondiale delle Api, data promossa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2017 e che da 4 anni è diventato momento di sensibilizzazione e ingaggio a livello internazionale per riflettere sui rischi connessi alla perdita della biodiversità associata alla riduzione degli impollinatori.
Le cause della riduzione delle api e di altri impollinatori sono ormai note e legate in particolare agli effetti del cambiamento climatico, all’utilizzo di tecniche di agricoltura intensiva, alla monocultura e all’utilizzo di pesticidi, così come l’aumento dell’inquinamento.

Secondo i dati raccolti da Slow Food, la riproduzione di oltre l’80% delle piante selvatiche e il 75% delle nostre colture si basa sull’azione degli insetti impollinatori.
L’impatto della riduzione degli impollinatori, oltre alle conseguenze sull’ambiente, ha anche una ripercussione sulla filiera produttiva degli agricoltori e apicoltori. Le misure di contenimento della pandemia hanno inoltre colpito pesantemente le attività degli apicoltori e il loro mercato, mettendo a rischio questo tipo di produzioni.
Oltre al prezioso valore ambientale e di mantenimento della biodiversità, le api forniscono alimenti molto importanti quali miele, pappa reale e tanti altri derivati della propoli; beni ricercati e apprezzati dal grande pubblico per le proprietà di medicina naturale con funzioni antibatteriche, antimicotiche, antinfiammatorie, antiossidanti, e non solo.
Cosa fare per invertire questa tendenza?
La transizione verso sistemi alimentari più sostenibili è al centro del dibattito internazionale e delle politiche europee, come ad esempio la strategia Farm to Fork, proprio per poter dare risposte concrete ai fenomeni di impoverimento della biodiversità che stanno avvenendo a tutte le latitudini.
La strategia Farm to Fork, che è orientata verso politiche di contrasto allo spreco alimentare, per la riduzione dei pesticidi e la promozione delle filiere corte e quindi di un’agricoltura più attenta all’ambiente, potrebbe dare un grande impulso a nuove proposte a sostegno dell’apicoltura, anche a livello urbano.
A livello locale, attraverso la promozione di Food Policy e azioni sul sistema alimentare locale, è possibile favorire progetti e azioni che puntIno alla valorizzazione delle filiere corte e alla sostenibilità delle diverse componenti del sistema e ogni città può definire le priorità di azione in funzione delle proprie caratteristiche.
Come cittadini invece, oltre ad acquistare prodotti provenienti da agricoltura locale e senza l’utilizzo di pesticidi e a ridurre l’utilizzo di materiali inquinanti per il giardinaggio e le attività orticole, è possibile in questi mesi partecipare all’iniziativa ICE – iniziativa dei cittadini europei “Salviamo api e agricoltori!”, che, come ci spiega Michela Marchi di Slow Food Italia, punta a:
- eliminare gradualmente dell’uso di pesticidi sintetici,
- introdurre misure a favore del recupero della biodiversità per ripristinare gli habitat naturali e rendere le aree agricole un vettore di recupero della biodiversità,
- sostenere agli agricoltori in questo percorso.

La campagna promossa da 140 ONG ambientaliste, organizzazioni di agricoltori e apicoltori, sindacati, fondazioni di beneficenza e istituzioni scientifiche di tutta l’Unione europea, sarà attiva fino al 30 settembre 2021.
In tutta Europa, Slow Food, in occasione del 20 maggio lancia la Flower Bomb Challenge, in cui chiede alle persone di produrre un mix di semi di fiori selvatici e locali, argilla e terra da diffondere in giardino, in campagna, nei parchi e dovunque ci sia terra dove possano crescere e invita alla firma della petizione europea.
Le api in città
Sono già molte le città che hanno intrapreso azioni di supporto all’apicoltura urbana poiché può generare vantaggi sia per l’ambiente delle città sia per la salute delle persone che la vivono, così come generare un impatto economico legato ad attività di agricoltura sostenibile.
A Milano le esperienze di agricoltura locale, orti e apicoltura sono in crescita e tra gli esempi di apicoltura urbana con una funzione produttiva ma anche educativo-informativa per cittadini c’è “Il Miele di Elia” prodotto da Mauro Veca in diverse zone del Parco Sud di Milano.
Mauro ci conferma che la sua attività, oltre ad avere una vocazione produttiva, punta alla sensibilizzazione, informazione e coinvolgimento diretto delle persone nell’attività di apicoltura per mostrarne il valore aggiunto per la salute dell’uomo e dell’ecosistema.
Gli alveari attivi sono circa 20, dal Parco delle Cave, alla Cascina Battivacco, fino agli Orti Condivisi di via Padova – esperienza di orticoltura realizzata da Legambiente, e al Monastero di Chiaravalle. Da qualche tempo Mauro porta la sua azione informativa e di senilizzazione anche nel Giardino della Triennale di Milano.
“I milanesi, come la maggior parte dei cittadini, chiedono più verde e città a misura di bambino. Le api aiutano bambini e genitori a immaginare un futuro tutto green. La fattoria didattica apepè offre esperienze uniche a contatto con le api e il miele, organizzando uscire didattiche per scuole, campus estivi e laboratori in varie parti della città!” ci conferma Veca.
Ma quali sono le qualità del miele prodotto in ambito urbano? Il miele urbano, ci dice Mauro Veca, è un 1000fiori caratterizzato da una infinità di essenze botaniche anche di origini lontane e non paragonabile ai mieli monoflorali o ai 1000fiori periurbani che hanno una prevalenza di piante spontanee.
Per chiudere, Mauro sottolinea che l’attività di apicoltura favorisce l’immissione nell’ambiente di insetti pronubi indispensabili per la maggior parte delle piante, coltivate e spontanee, nell’atto di impollinare e fecondare i fiori. In assenza dell’impollinazione la vita sulla terra non potrebbe perpetuarsi.